Rita Montanari, insegnante presso l’Isituto Tecnico Agrario Garibaldi di Roma- Via Ardeatina, ha chiesto ai ragazzi e ragazze di scrivere le loro emozioni, riflessioni, pensieri di questo momento che stiamo vivendo…ognuno di loro ha tanto da dire..

“Sono un’ allieva del quinto anno dell’Istituto Tecnico Agrario G. Garibaldi, queste sono le mie riflessioni.

Durante questo periodo di quarantena mi è stato dato modo di pensare a molte cose e anche di rimettere a posto i miei pensieri, diciamo che mi è stata data l’occasione di fare un po’ di pulizia. Ho riflettuto molto su questa situazione e anche su me stessa, ma anche sul mondo e su come sta reagendo.

Per quanto mi riguarda, all’inizio della quarantena mi sono resa conto di non parlare abbastanza con i miei genitori, soprattutto con mio padre che andava al lavoro dopo che io uscivo di casa per andare a scuola, e tornava la sera quando magari io stavo studiando. In questo momento mi sono resa conto invece che con loro non ci parlo quasi più perché non ci sono più argomenti, insomma abbiamo parlato di tutto ormai e questo un po’ mi rattrista. Inoltre non li vedo quasi mai nonostante siamo nella stessa casa, perché durante la settimana mio padre lavora al computer, io invece faccio le video lezioni con i professori e poi studio, mia sorella fa lo stesso e mamma cerca di andare da nonna per prendersene cura. Tutto ciò mi rende molto stressata, forse più del solito, soprattutto per i compiti che ad inizio quarantena erano veramente tanti, per fortuna ora i professori si sono “calmati”. Ho riflettuto anche su questo aspetto, che anche i professori, soprattutto quelli che insegnano alle classi quinte, stanno dando il massimo per noi lavorando anche il doppio delle ore che lavorerebbero in un giorno normale e sono loro molto grata per questo. Un mio professore mi ha dato un consiglio per superare la noia, mi ha detto di mantenere il mio cervello attivo, sviluppando la mia creatività, perché la noia è l’anticamera della depressione, quindi mi sono messa a disegnare e stranamente sono venuti fuori disegni anche abbastanza belli.

Mi mancano le lezioni in classe dove si può interagire realmente, mi mancano i miei compagni e anche la mia scuola, mi mancano davvero moltissime cose come mia nonna, che vedevo ogni giorno dopo scuola, mi manca l’aria fresca di campagna che si respira a casa sua e mi manca molto anche la mia cagnolina che vive con lei. Mi mancano molto anche le passeggiate con i miei amici per le ville e i parchi di Roma e soprattutto al centro e pensare che io e mia mamma volevamo andare a vedere un sacco di mostre che si sarebbero svolte proprio in questo periodo, che dispiacere. È proprio vero che noi diamo per scontate molte cose e non realizzi quanto siano importanti per te fino a quando non vengono a mancare, per questo ho imparato ad apprezzare ogni piccola cosa anche la più scontata, come il tepore dei raggi del sole sulla pelle in una giornata d’inverno.

In questo periodo però non ho solo provato la mancanza di tutte queste cose, ma ho anche scoperto lati di me che non avrei mai pensato di avere. Per esempio adoro vedere le foto, soprattutto quelle dei miei genitori quando erano più giovani, non so bene il motivo ma mi piace pensare che tipi fossero quando avevano la mia età e soprattutto adoro i vestiti e le mode degli anni ‘80-90. Mi piace vedere le foto perché oltre a farmi rivivere i molti bei ricordi, penso cosa stesse accadendo nel momento dello scatto, mi piace immaginare cosa si stessero dicendo, provo quasi le stesse sensazioni di quando vedo un quadro particolare e penso chissà cosa stesse pensando il pittore.

Non ho riflettuto solo su me stessa però, ho riflettuto molto anche sulla situazione attuale e soprattutto sul mondo. La prima cosa che ho pensato, anche sentendo telegiornali e leggendo articoli, è stata: “L’Italia non sarà mai pronta per un’emergenza sanitaria”. Questo pensiero, credo sia frutto dei telegiornali che parlano di numero di morti e di guariti e soprattutto di situazioni come: “le terapie Intensive sono intasate” oppure “non ci sono abbastanza posti letto”. Questo mi fa capire che il settore sanitario non sia stato curato abbastanza e che i dottori e gli infermieri che lavorano incessantemente sono dei veri eroi, combattono per la vita di altre persone e non lo fanno solo ora ma lo fanno sempre e non vengono quasi mai considerati tali. Al contrario , invece , ci sono persone irresponsabili a cui non interessa nulla degli altri . Ho sentito dire: va be’ io esco , faccio quello che voglio tanto se prendo il virus non muoio” . Questo è un atto di estremo egoismo perché anche se non ti interessa della tua vita ti dovrebbe interessare di quella altrui , perché potresti passare il virus ad una persona cagionevole di salute che non potrà dire le tue stesse parole .

Infine ho riflettuto moltissimo sulle conseguenze di questa epidemia sulla natura. Vedendo ciò che sta accadendo in tutto il mondo ho capito che quello che ci ha inviato la natura, questo virus, è un segnale, è il segnale che ci sta indicando che se ci vogliamo distruggere lo stiamo facendo bene. Ho letto molti articoli al riguardo e il virus si è scatenato perché in Cina vendono animali selvatici come cibo. Questo virus proviene proprio dagli animali e mangiandoli esso si trasmette all’uomo ed ora, nel mondo moderno, con l’evoluzione dei mezzi di trasporto, questo virus si è diffuso molto velocemente. Questo è un segnale per dirti che l’uomo si sta avvicinando troppo all’habitat animale e per questo, ora che siamo tutti in quarantena, gli animali si stanno riprendendo i loro territori. Per non parlare dell’inquinamento dell’aria e dell’acqua che è diminuito tantissimo in pochissimo tempo. Sono felice di questa cosa perché la natura ci ha dimostrato che se l’umanità ha intenzione di intraprendere una guerra contro di lei, beh noi perderemmo rovinosamente, autodistruggendosi perché bisogna ricordare una cosa molto importante, la natura vince e vincerà sempre.  E.S.

Grazie E., veramente!