E’ un momento storico questo che stiamo vivendo. Uno di quei momenti che sarà scritto sui libri, uno di quei momenti che periodicamente, dalla nascita dell’uomo su questa Terra, accadono. Sono quei momenti in cui l’Universo richiede un cambiamento radicale. Fermarsi, per rimodellare tutto, rivedere tutto, partendo da noi, da una rivisitazione delle nostre azioni passate e presenti, di ciò che forse abbiamo sbagliato, o che invece abbiamo fatto bene. Mai come oggi è visibile, quasi come un boomerang che torna indietro e ti colpisce sul volto, che nella nostra amata Italia tutte le persone, gli esseri viventi dai 0 ai 18 anni non contano affatto, non contano poichè non producono. Non contano poichè non hanno diritto di voto, e quindi non sono soggetti a cui prestare particolare attenzione. Di fatto quindi non interessano al nostro Stato, alla nostra Politica, di qualunque partito. La nostra Società non li ha mai considerati soggetti pensanti e attivi, nè degni di sedere al tavolo dei “grandi”, nè abbastanza consapevoli da poter dirigere un’intera massa o anche, perchè no, gli stessi adulti, ormai persi tra una vita poco vissuta e la voglia di riscatto, di essere visti. Ecco i bambini e i ragazzi ci guardano, continuamente, apprendono dalle nostre azioni e allo stesso tempo sono qui proprio per insegnarci che tutto è possibile, che la vita va giocata, va sentita, va creduta, va ascoltata, va presa molto sul serio, va creata. Sono qui per insegnarci a credere nelle stelle, e ci fanno tantissime domande, alle quali noi dovremmo rispondere con Responsabilità, e se non abbiamo una risposta, dire semplicemente “Sai che non lo so, ti va di scoprirlo insieme?”. Vi siete mai fermati, veramente fermati, ad ascoltare i bambini? a parlare con loro, anche di cose serie, come la morte?
La Scuola che abbiamo costruito non va bene, non più ormai. Va ricreata da zero. Va rivista, insieme ai bambini e ai ragazzi. In questi mesi di restrizione e di emergenza si poteva fare tanto, si poteva chiedere ai bambini, bambine, ai ragazzi e ragazze di pensare e disegnare e scrivere una nuova scuola da costruire insieme, insegnanti, genitori, educatori, pedagogisti, architetti, scienziati, medici, artisti.
Questa poteva essere la didattica a distanza: imamginiamo la nuova Scuola, non più come solo un luogo in cui si sta chiusi dalle 8:00 di mattina a imparare materie, ma come una città con mille volti, giardini, parchi, piazze, negozi, strade, edifici vecchi da rimettere a nuovo, da ristrutturare a misura di tutti e tutte, anche dei bambini e bambine, che esistono, ci sono, sono cittadini come tutti e tutte.
Oggi più che mai dobbiamo capire come poter far ripartire la nostra Scuola, cioè tutta la nostra Società, l’architettura delle città e dei paesi, la salvaguardia dell’Ambiente. Per esempio si potrebbero rimettere a nuovo vecchi edifici così da creare più strutture che permettono ai circa 10.000.000 di bambini, bambine, ragazzi e ragazze di non stare in classi pollaio. Potremmo utilizzare tutti gli spazi abbandonati delle nostre città o dei nostri piccoli paesi come ambiente educativo e istruttivo, grazie a tante menti illuminate di cui gode il nostro meraviglioso paese. La matematica, la storia, la fisica, la letteratura, la scienza, l’arte, l’architettura, la musica e chi ne ha più ne metta possono essere studiate in modo esperenziale camminando, parlando, facendo domande, osservando, facendo attivià o semplicemente sostando in parchi, orti urbani, musei, cinema, bar, mercati rionali, teatri, sui marciapiedi, nei centri anziani, anche giocando a bocce o a scacchi…
C’è un mondo che è pronto a co-progettare e a realizzare questa nuova comunità educativa ed educante, partendo dai bambini e ragazzi stessi che hanno le idee molto chiare…ora che “siamo fermi”, sediamoci, ascoltiamoli e poi alziamoci e cominciamo a farci guidare da loro. Ne va della nostra sopravvivenza su questa terra, ormai stanca della nostra presenza e della nostra non curanza. Ma non stanca dei bambini. I bambini lo sanno già cosa c’è da fare oggi, in questo momento. La loro tristezza, la loro paura, ce lo sta dicendo in tutti i modi. Possiamo farcela a stare fuori e rispettare tutti i criteri che ci vengono richiesti per evitare altre morti. Proviamoci, diamoci fiducia. TUTTI E TUTTE!