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Dettagli progetto
Durata e Luogo
Dal 2022 - ad oggi
APS Istituto Romano San Michele, Municipio VIII Roma
Destinatari
Anziani e Minori
Numeri
Anziani coinvolti: circa 30
Minori 6 - 14 anni: circa 20
Obiettivi
Recuperare il ruolo sociale dell’anziano, che sia risorsa e valore, e ricollocarlo al centro, e non ai margini, dei processi sociali, inserendoli in un circuito di aggregazione in modo che possano dare avvio ad un percorso di riattivazione e ri-generazione.
Il progetto
in collaborazione con Lilbelà Aps
L’anziano viene oggi visto con una duplice e opposta definizione: anziani come soggetti deboli e bisognosi di assistenza, oppure anziani come risorse della collettività. Questa seconda opzione però è ancora oggi spesso utilizzata solo a parole ed enfatizzata principalmente quando si parla di prolungamento della vita lavorativa o come sostegno alle famiglie, soprattutto nella definizione del ruolo di nonni. Al di fuori di questo, l’anziano non viene vissuto come portatore positivo di contributi per la comunità. Bisogna quindi spostare il focus dall’anziano come mero fruitore di servizi di assistenza o di sostegno alle proprie famiglie, ad interventi in cui egli è soggetto attivo, portatore di esperienze, competenze e capacità sia pratiche che teoriche, in grado di essere una risorsa per il quartiere e per l’intera comunità.
Non esiste ad oggi in Italia un percorso di questo tipo in una RSA, né in un centro anziani. La sinergia tra il San Michele, il Municipio e le nostre Associazioni, attraverso la nascita di un patto di comunità, potrebbe divenire un progetto pilota, portando il San Michele ad avere quel ruolo di “capofila”, portatore di un metodo educativo di “rigenerazione”positiva, di scambio, di cambiamento nella visione comune dell’anziano, e nell’utilizzo molteplice degli spazi della struttura. Un centro, un punto di riferimento, per la comunità educante in tutto e per tutto, in cui si incontrano generazioni, in cui l’anziano e il minore condividono giornalmente attività, storie e saperi. Gli anziani hanno bisogno di mantenere alti gli stimoli, hanno bisogno di relazioni e le case di riposo invece sono sempre più spesso “parcheggi” per la terza età. Allo stesso modo i bambini, le bambine, i ragazzi e le ragazze sono curiosi, hanno bisogno di fare esperienza e chi meglio di un anziano con una lunga vita vissuta, può trasferire questo sapere? Di fatto la relazione quotidiana stessa che si attiverebbe è educativa di per sé.
Le attività proposte sono: gioco condiviso, laboratorio di arteterapia e concerto jazz. La musica come sempre è stata un bellissimo collante, di mani, abbracci e sorrisi. L’attività del gioco condiviso ha avuto come fine quello di riattivare l’eterno fanciullo che è in noi, quella parte di noi che non si è mai spenta, dove ha prevalenza l’emisfero destro del nostro cervello, quello creativo, ludico e ricreativo, e per alcuni minuti della giornata, spegnere l’emisfero sinistro, quello razionale, matematico, che ci mette davanti ai nostri problemi, ai nostri scheletri nell’armadio, i nostri mostri. Lo sport per noi non è solo visto come fine ultimo di prevenzione di malattie cardio-vascolari o prevenzione al fenomeno della sarcoplenia, ma ha dei valori molto più profondi e delle grandi opportunità.
L’opportunità di mettere l’anziano in condizione di coltivare “l’io giocoso” quella parte che troppo spesso, per fattori esterni, nella vita dei protagonisti dell’evento, dalle loro storie e racconti è stato trascurato. Mettere in relazione due generazioni differenti, che insieme si dirigono verso lo stesso obiettivo, superare l’ostacolo e vincere il gioco insieme. Il principio pedagogico adottato nell’evento è quello del Flow che è facilmente riassumibile in “mentre gioco non penso ad altro, sto in contatto con me stesso, con la mia parte fanciullesca, con il mio corpo, con la mia mente, con gli altri e con la natura o struttura.” L’obiettivo è quindi quello di creare questo “canale di flusso” che fa uscire i nostri soggetti dall’apatia, per evitare stati d’ansia o di noia, e che si dirigano in questo posto mentale idilliaco chiamato flow.
Il laboratorio proposto a seguire è stato l’occasione per mettere in relazione anziani e giovani rendendoli protagonisti di un processo creativo ed espressivo.
Un’attività di foto- collage che li ha visti lavorare direttamente su delle immagini scattate all’interno del San Michele. Abbiamo chiesto a bambini e anziani di “raccontarci” un San Michele possibile, andando a modificare le immagini attraverso il disegno e il collage. Questo ha permesso un processo di riconoscimento degli spazi vissuti, uno sforzo immaginativo, una connessione con il piacere di dare una forma propria ai luoghi frequentati quotidianamente. La dimensione laboratoriale si fa, quindi, spazio dell’incontro in cui il gruppo diventa espressione fondamentale per potenziare e migliorare sia le capacità individuali sia quelle sociali. Il laboratorio artistico per entrambe le fasce d’età ha rappresentato la possibilità di favorire la riconquista del piacere, in cui ri-sentire il senso di possibilità, la capacità di essere protagonisti attivi dando forma alle proprie idee e pensieri. Il laboratorio, e non solo quello proposto, si fa strumento per sollecitare la sperimentazione di nuove modalità comunicative e di relazione; un luogo pensato e strutturato in maniera tale da risvegliare e mobilitare le energie del soggetto in direzione della costruzione di esperienze che possano dirsi, a tutti gli effetti, significative e “toccanti”.
Crediamo fortemente in un lavoro condiviso tra anziani e giovani in quanto stimolo per entrambi, un percorso educativo e formativo di cura e presa di cura. Crediamo fortemente nell’identità dei luoghi, che non devono essere settoriali ma differenziali. Uno stesso spazio può svolgere diverse funzioni, così come la scuola può (e dovrebbe) essere una spazio aperto al territorio, in cui bambini/e, ragazzi/e, famiglie e adulti si incontrano, la frequentano, la vivono, così lo può essere anche una RSA. Un centro di aggregazione giovanile, un asilo, un luogo dove fare teatro insieme, o mille altre “destinazioni d’uso”. Bambini, adolescenti, famiglie, adulti e anziani.